"Per un Nuovo Domani": Il BACKSTAGE

Backstage e Approfondimenti

La Docufiction “Per un Nuovo Domani” prodotta da Alfea Cinematografica e Rai Fiction, uscita Venerdì 26 Gennaio in prima serata su Rai 3, ha avuto un grande successo con più di 1 milione di spettatori. In questo articolo potrete scoprire il backstage di questa produzione nonché più informazioni relative alla storia del docufilm, la sua struttura e gli eventi storici su cui si basa. 

“Si informa codesto Ministero che in questa Provincia e più precisamente nei Comuni della Garfagnana si trovano disponibili circa duecento posti letto. (…) Si fa comunque presente che l’eventuale contatto diretto di elementi internati, e quindi sospetti ed infidi, con la popolazione semplice e credulona dei centri rurali della Provincia, dove non sempre agevole riesce la vigilanza ed il controllo degli Organi di Polizia, potrebbe avere una dannosa influenza sullo spirito pubblico di quelle zone, determinando anche particolari situazioni, che non è possibile ora prevedere”.

Con questa risposta ad una circolare telegrafica del 31 dicembre 1940, il Prefetto di Lucca, nel gennaio 1941, individuava la Garfagnana come sede idonea per l’internamento degli ebrei stranieri in Toscana. E’ da qui che parte la storia dimenticata di una piccola comunità di oltre 70 ebrei stranieri che tra il 1941 e il 1943 fu trasferita in “internamento libero” a Castelnuovo di Garfagnana, un comune rurale di circa cinquemila abitanti nella regione montuosa incassata tra le Alpi Apuane e Appennino tosco-emiliano. Attraverso lo sguardo di Israel Meier (Neri Marcorè) e degli altri protagonisti della vicenda, il racconto ripercorre questi due anni di convivenza forzata: le iniziali difficoltà di integrazione con gli abitanti locali, la convivenza con i ferrei divieti e le continue umiliazioni, la solidarietà della popolazione. Ma gli orrori della Seconda Guerra Mondiale finiranno per sconvolgere anche questa realtà.

Questa è la loro storia.

La Docufiction è composta da una parte di finzione, una parte di racconto diretto e un’altra di interviste.

La parte di finzione, ovvero la ricostruzione in fiction della vicenda, che vede privilegiati gli aspetti più emotivamente significativi e toccanti delle vite della comunità, quali il rapporto del medico ebreo, il dott. Meier, con tutti i paesani che, di nascosto, si rivolgevano a lui, e il suo ruolo anche di punto di riferimento della comunità per le Autorità; gli amori che maturarono e, per ragioni differenti, si dispersero; lo sguardo di chi, pur italiano e interno al sistema, sente di dover agire contro qualcosa che reputa ingiusto; il rapporto con le forze dell’ordine e i contrasti con parte della cittadinanza; il tentativo di costruire una situazione di vita per quanto possibile normale, con la sinagoga e la scuola; le difficoltà via via crescenti dell’internamento (la fame, il freddo, l’acuirsi delle restrizioni); la cattura di chi si consegnò e la fuga di chi si salvò.

La parte di racconto diretto dei nostri personaggi principali (ovvero degli attori che interpretano i personaggi principali, tra cui in primis il protagonista Israel Meier/Neri Marcorè) che, come dei veri e propri narratori, all’interno di un “non luogo”, rivolgendosi direttamente al pubblico, raccontano in io narrante il proprio vissuto e gli elementi necessari per la comprensione dell’intera storia. Cucendo così tra pubblico e narratore un sodalizio empatico, carico di intensità e di vibrante intesa. 

La parte di interviste vere e proprie ai pochi testimoni viventi della vicenda, che si sveleranno nella parte finale del racconto, tirandone le fila. 

A completare il tutto, le immagini di repertorio: preziosi filmati, fotografie e documenti della vicenda narrata custoditi per lo più presso gli archivi storici del CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Onlus) e del Comune di Castelnuovo Garfagnana, oltre ad una video testimonianza inedita di Leo Verderber (custodita presso l’Archivio della USC Shoah Foundation di Los Angeles), unico sopravvissuto ad Auschwitz (insieme a Lotte Wallach) della comunità di ebrei di Castelnuovo deportati.

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